Circa un secolo fa, Pordenone e i suoi dintorni erano in fermento per l’aviatore nascente. La fondazione della Scuola di volo del Campo della Comina trasformò la zona in un vero centro nevralgico dell’aviazione italiana. Le vetrine dei negozi mostravano fotografie, stampe e souvenir di aeroplani, simbolo di una tecnologia rivoluzionaria che stava conquistando l’Italia e l’Occidente.
Il 26 novembre 1910 arrivarono due pionieri dell’aeronautica italiana: il colonnello Vittorio Cordero di Montezemolo e il tenente Umberto Savoia, formato dai fratelli Wright. L’obiettivo? Trovare nuovi terreni per l’aviazione militare. L’esito fu l’apertura del Campo di Aviano, destinato a diventare la scuola di base dell’aviazione militare, con strutture moderne, officine efficienti e persino una mascotte… un’aquila reale di nome Berta, simbolo di forza e portafortuna per gli allievi.
Quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale, Aviano divenne teatro di missioni audacissime. Tra queste, il volo notturno del 10-11 maggio 1917 di Pagliano e Gori, che da soli bombardarono la base navale austro-ungarica di Pola. L’eroismo dei due piloti impressionò persino Gabriele D’Annunzio, allora a capo di una squadriglia di bombardieri ad Aviano, che li volle nel suo equipaggio. Con lui, i due parteciparono a diverse missioni, diventando la “coppia alata” celebrata nel Notturno del Vate.
Il 30 dicembre 1917, attaccato da cinque caccia nemici in risposta a un mitragliamento a bassa quota, il loro aereo venne abbattuto vicino a Susegana e Pagliano e Gori persero la vita.
In loro onore, D’Annunzio si prodigò affinché i piloti ottenessero un riconoscimento postumo degno delle loro imprese: un anno dopo la fine della guerra, nel 1919, il nome del Campo d’Aviano venne cambiato nell’ancora oggi noto Aeroporto “Pagliano e Gori“.
Ne abbiamo parlato qui
https://www.loppure.it/cosi-aviano-spicco-il-volo/

Foto: Rino Dario
Recuerdos de una guerra mundial y de los preparativos y armas listas para usar. El mundo ahora está en conflicto y ahora peligra la paz en muchos países...Nunca se aprende del pasado y hay que aprender a solucionar los conflictos mediante diálogo y negociaciones.
RispondiEliminaSaludos.